Vent’anni fa si verificò il delitto di Cogne, avvenuto nell’omonima cittadina. A distanza di anni, sul caso ancora parecchi interrogativi.
Il fatto risale a vent’anni fa: era il 30 gennaio del 2002, a Montroz, quando accadde il delitto di Cogne. Verso le 20:30 l’allarme nella piccola frazione di Cogne, situata in Valle d’Aosta. Annamaria Franzoni, madre di due bimbi, è la protagonista della vicenda.
È stata la donna a lanciare l’allarme: prima chiamò la dottoressa Ada Satragni, poi la centrale del 118 ed infine l’ufficio in cui lavorava suo marito. Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine, la scoperta: il figlio di Annamaria, Samuele Lorenzi, di soli 3 anni, giaceva nel letto della coppia in condizioni gravi. Poco dopo, il bimbo morì.
Per l’omicidio di Samuele Lorenzi venne ritenuta responsabile sua madre, Annamaria Franzoni. Il caso d’omicidio era conosciuto con il nome di delitto di Cogne. Soltanto nel 2008 la donna fu condannata dalla Corte di Cassazione a scontare la pena detentiva di sedici anni.
Ad oggi, Annamaria è libera per buona condotta: ha scontato solo sei anni di carcere e cinque di domiciliari. Le piste perseguite dagli investigatori furono diverse. Tra queste, l’ipotesi di un delitto satanico, dell’opera di un pedofilo, di un mostro che vagava indisturbato per le montagne.
I dubbi sulla vicenda
Innanzitutto, a destare dubbi sulla colpevolezza della donna, la chiamata fatta al 118. Durante la telefonata, Annamaria è in evidente stato di agitazione. Ad incastrare la donna sono state le macchie di sangue presenti sul suo pigiama e sulle pantofole. Inoltre, chi ha ucciso il bimbo, doveva essere nel letto insieme a lui. Secondo alcune ipotesi, l’omicida del piccolo Samuele aveva indossato il pigiama di Annamaria, oppure aveva l’indumento a fianco mentre compiva l’assassinio.
Le strane frasi pronunciate da Annamaria dopo la morte di Samuele
“Ne facciamo un altro di figlio? Mi aiuti a farne un altro?” È questa la frase pronunciata al marito Stefano, all’arrivo dei soccorsi. Poi ancora: “Ho pianto troppo?” durante un fuori onda di un’intervista televisiva. E poi alla dottoressa Ada Satragni: “Samuele era bello, era bello il mio bambino. Ma io me lo sentivo che sarebbe morto”. Le frasi pronunciate dalla donna erano strane. Secondo alcune teorie, Annamaria potrebbe aver dimenticato il gesto compiuto nei confronti del figlio.